DIBOSCAMENTO
Simone Serpelloni Cordioli
DESCRIZIONE

Il diboscamento (o disboscamento), indica l'eliminazione della vegetazione arborea in un'area boschiva o forestale. Le ragioni per cui si procede a tali operazioni possono essere molteplici e possono essere sia positive che negative dal punto di vista ambientale: si può eseguire un diboscamento inteso come taglio di piante vecchie, malate, bruciate per la cura dei boschi oppure, in determinate zone, per la produzione di legname oppure per la costruzione di strade, edifici, uso agricolo del suolo, piste da sci ecc... In particolare con taglio del bosco si intende l'opera di diboscamento, attuato attraverso i criteri tecnici della selvicoltura, finalizzato alla salvaguardia della vegetazione (taglio di piante malate, vecchie, secche, bruciate...) o a ricavare legname dalla foresta, garantendo comunque la rigenerazione e la conservazione della vegetazione. Quando invece il diboscamento è esteso e duraturo, effettuato per motivi commerciali o per sfruttare il terreno per la coltivazione, si parla di deforestazione, con accezione negativa. Un esempio di deforestazione è l'eradicazione illegale di alcune zone boschive per la costruzione di opere murarie, attività agricole o commerciali di vario tipo. Anche deforestazione e diboscamento illegale non sono comunque propriamente tra loro sinonimi.

Le foreste e i boschi non sono tutti di uguale importanza dal punto di vista ambientale (esistono foreste giovani, secolari, naturali, pluviali, tropicali, temperate ognuna con determinate caratteristiche) per cui anche i luoghi dove viene eseguito un diboscamento legale devono essere scelti con cura. Fin dall'antichità si dibosca per ottenere la legna da ardere per il riscaldamento domestico o da usare come materiale da costruzione (legname), per ottenere nuovi terreni da destinare all'agricoltura, al pascolo o all'espansione urbana. Questo fenomeno interessa soprattutto le aree tropicali dove vengono eseguite con il metodo del "taglia e brucia": dapprima si abbattono gli alberi e poi si incendia il sottobosco rimanente. Una volta terminato l'incendio si sarà depositata sul terreno della cenere che fertilizza il terreno. Questo sistema arreca gravi danni all'equilibrio dell'ambiente naturale, infatti la cenere fertilizza per poco tempo il terreno, mentre la distruzione del sottobosco distrugge in tutto e per tutto l'habitat della foresta pluviale accelerando fenomeni erosivi del terreno. Dopo pochi anni si deve abbandonare il terreno e diboscare un'altra area. Inoltre l'utilizzo del fuoco è molto pericoloso perchè danneggia la fauna e spesso sfugge al controllo causando danni ancora più gravi. Questo fenomeno, ancora molto frequente nella foresta amazzonica e in crescita in molte altre aree del pianeta, porta via molti alberi al polmone verde della Terra. I paesi maggiormente interessati da questo fenomeno (spesso anche connesso con attività illegali) sono Cina, Colombia, Congo, Brasile, India, Indonesia, Myanmar, Malesia, Messico, Nigeria e Thailandia, che insieme compiono più del 70% di diboscamento.

DANNI DELLA DEFORESTAZIONE

Le piante verdi o comunque in generale le piante aiutano a mantenere stabile la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera (attraverso la fotosintesi clorofilliana). L'utilizzo di combustibili fossili ed il diboscamento stanno causando un aumento di CO2 nell'atmosfera, che ha diretta influenza in fenomeni come l'effetto serra ed il riscaldamento globale. Gli effetti negativi del diboscamento sono numerosi e comprendono:

  • Biodiversità in perdita;
  • Diminuzione di irraggiamento solare, assorbimento di anidride carbonica e rilascio di ossigeno;
  • Effetto serra;
  • Desertificazione nei territori secchi;
  • Erosione, frane e smottamenti nei territori piovosi e collinari;
  • Inquinamento degli ecosistemi acquatici (a causa del dilavamento delle acque);
  • Sottrazione di risorse per le popolazioni indigene.
  • squilibri climatici e idrogeologici

Il diboscamento (sia volontario che non voluto) è il risultato della rimozione di alberi o della loro morte non accompagnata da una rinnovazione sufficiente. Ci sono molte cause di ciò, che possono variare da una lenta degradazione forestale ad improvvisi incendi, ad intense attività di pascolo. Mentre il diboscamento delle foreste pluviali tropicali ha attirato l'attenzione dell'opinione pubblica, le foreste tropicali stanno scomparendo ad una velocità sostanzialmente più alta. Invece di catturare le precipitazioni, che filtrano poi nel sottosuolo, le aree diboscate diventano aree di veloce deflusso acquifero superficiale. Il diboscamento contribuisce inoltre ad una riduzione dell'evapotraspirazione, che diminuisce l'umidità atmosferica e le precipitazioni; ad esempio nel Nord e nel Nord-ovest della Cina la media delle precipitazioni annuali è diminuita di un terzo tra il 1950 e il 1985. Anche la produzione di legname può essere una causa di diboscamento, ma in misura inferiore alle cause su esposte. Le foreste sono un'importante riserva di carbone, sono fondamentali per il ciclo del carbonio, risanando l'aria dall'anidride carbonica e altri agenti inquinanti. I boschi e le foreste sono inoltre importantissimi ecosistemi con una elevatissima biodiversità in cui vivono numerosissime specie viventi. Sono anche oggetto di bellezza estetica, naturalistica e culturale. Il diboscamento comporta la perdita di questi valori, del rispetto delle foreste e in generale dell'ambiente.

ECCO ALCUNI DATI ALLARMANTI

Le conseguenze più drammatiche del consumo di latte e carne si verificano nel Terzo Mondo: il disboscamento operato per far posto agli allevamenti di bovini destinati a fornire proteine animali all'Occidente ha distrutto in pochi anni milioni di ettari di foresta pluviale. Ogni anno scompaiono 17 milioni di ettari di foreste tropicali. L'allevamento intensivo non ne è la sola causa, ma ne è la principale: nella foresta Amazzonica l'88% dei terreni disboscati è stato adibito a pascolo e circa il 70 % delle zone disboscate del Costa Rica e del Panama sono state trasformate in pascoli. A partire dal 1960, in Brasile, Bolivia, Colombia, America Centrale sono stati bruciati o rasi al suolo decine di milioni di ettari di foresta, oltre un quarto dell'intera estensione delle foreste centroamericane, per far posto a pascoli per bovini. Per dare un'idea delle dimensioni del problema, si pensi che ogni hamburger importato dall'America Centrale comporta l'abbattimento e la trasformazione a pascolo di sei metri quadrati di foresta.

Paradossalmente, questa terra non è affatto adatta al pascolo: nell'ecosistema tropicale lo strato superficiale del suolo contiene poco nutrimento, ed è molto sottile e fragile. Dopo pochi anni di pascolo il suolo diventa sterile, e gli allevatori passano ad abbattere un'altra regione di foresta. Gli alberi abbattuti non vengono commercializzati, risulta più conveniente bruciarli sul posto.

La combustione di milioni di ettari di foresta produce milioni di tonnellate di carbonio. L'elevato consumo di energia nelle varie fasi della produzione di carni produce grandi quantità di anidride carbonica, che contribuisce all'effetto serra. Per quanto riguarda le terre adibite alla coltivazione di cereali per l'alimentazione animale, il continuo accorciamento dei maggesi non lascia al suolo il tempo di rigenerarsi, accentuandone l'erosione. Ne conseguono sia frane ed inondazioni, sia una diminuzione dell'approvvigionamento delle falde, il che provoca desertificazione, disarticolazioni idrogeologiche e siccità ricorrenti. Nelle zone semiaride, come l'Africa, lo sfruttamento dei suoli per l'allevamento estensivo (i cui prodotti vengono esportati nei paesi ricchi) porta alla desertificazione, cioè alla riduzione a zero della produttività di queste terre. Le Nazioni Unite stimano che il 70% dei terreni ora adibiti a pascolo siano in via di desertificazione. Anche alcune parti delle Grandi Pianure del "West" americano si stanno trasformando in deserto. Ampi fiumi sono diventati ruscelli o si sono prosciugati del tutto lasciando spazio a distese di fango. Dove prima vi erano vegetazione ed animali selvatici di ogni specie, oggi non cresce più nulla e non vi è più vita animale. L'allevamento estensivo di bovini è stato, e continua a essere, la causa di tutto questo.

PALM OIL AND DEFORESTATION

Oil palm grows best in low-lying, wet, tropical areas - which is also where rainforests occur. As palm oil production expands to meet increasing demand, more rainforests are cleared in places like Indonesia, Malaysia and beyond to make way for oil palm plantations. Clearing rainforests for oil palm plantations has destroyed critical habitat for endangered species like rhinos, elephants, tigers and orang-utans, which have all been pushed to the verge of extinction. In some cases, deforestation linked to palm oil has also robbed local people of their land and livelihoods, and deprived them of essential ecosystem services like clean water and fertile soils. Human health is likewise affected by smoke from burning forests. This is not just a problem for people living close to the fires but also for those living further afield, as the smoke haze spreads .

CONTROLLARE IL DIBOSCAMENTO

I metodi per tenere sotto controllo e ridurre il diboscamento sono numerosi, ma tutti dipendono dalla volontà politica di attuarli, anche in contrasto con forti interessi economici, spesso legati all'economia del diboscamento illegale, un affare che si aggira intorno ai 150 miliardi di dollari annui. Fra questi vi è prima di tutto una agricoltura sostenibile, che attui sistemi di rotazione delle colture e che utilizzi meno territorio. Questo non è affatto scontato nei paesi in via di sviluppo dove la popolazione è in rapida crescita. Il diboscamento continua ad avanzare, e si sta rendendo necessario attuare politiche di riforestazione. Ad esempio in Cina il governo ha chiesto ai cittadini di contribuire piantando alberi. Anche numerose associazioni si occupano della riforestazione, ma sembra che gli sforzi non siano completamente condivisi a livello mondiale. L'unico paese che ha aumentato il proprio patrimonio boschivo nel corso del XX secolo mediante politiche governative è Israele. In Europa il diboscamento sembra aver rallentato la sua corsa e, secondo i dati FAO, le foreste sono in crescita. Ciò è dovuto sia all'abbandono di terreni agricoli e alla colonizzazione spontanea del bosco, sia ad attività di rimboschimento.